La Festa

LA FESTA

Il 6 luglio su pesperu- il vespro

Bandiere di San Costantino e degli altri santi del paeseIl pomeriggio del 6 luglio, le bandiere religiose e i cavalieri si recano a casa dell’obriere. Conclusa la vestizione de su caddu ’e punta e delle scorte, si procede con la benedizione delle bandiere con il grano e i fiori e la rottura beneaugurale del piatto. La processione, cavalieri davanti e bandiere al seguito, si reca in chiesa per prelevare il clero e andare verso il santuario di san Costantino. I cavalieri si fermano nelle vie secondarie di via Ulumos, non appena la processione giunge in chiesa, inizia l’ardia. I fucilieri posti davanti al sagrato e all’inizio della via sparano a salve, è il segnale di via libera. Su caddu ‘e punta, corona e camicia rossa, bandiera in mano, parte in una corsa sfrenata ed elegante verso la chiesa, entra nel cancello, compie un giro antiorario intorno al santuario e si ferma dinanzi alla chiesa. Partono le altre scorte, a due a due, anch’esse di rosso vestite e appaiate, compiono lo stesso percorso de su caddu ‘e punta e lo raggiungono. Via via tutti i cavalieri compiono lo stesso rito, alcune pariglie sono formate da due cavalieri, altre da tre. Corrono veloci, ma sempre eleganti e perfettamente accostati. La velocità, la compostezza e l’affiatamento tra i cavalieri sono le caratteristiche peculiari di una buona salita.

Una volta che tutti i cavalieri, compresi i bambini coi cavallini, sono giunti all’interno del benedizione delle bandiere, rottura beneaugurale del piattosagrato, ha inizio il secondo momento della corsa. Su caddu’e punta parte senza preavviso in una corsa sfrenata intorno alla chiesa, seguito dalle scorte e dagli altri cavalieri, anche più di cento. Tre giri in senso orario, verso il “bene”, tre giri in senso antiorario, contro il “male”. La gente è assiepata lungo il percorso e sul sagrato della chiesa, spari e polvere. E’ la rievocazione della battaglia di ponte Milvio, dove Costantino sconfigge Massenzio e per la cristianità è la vittoria del bene sul male. Vuole la leggenda che Costantino vinse grazie a un sogno “In hoc signo vincens” e Costantino fece dipingere la croce sulle insegne di guerra. In questo modo la tradizione iconografica raffigura il santo cavaliere, su un cavallo bianco, con la corona e la bandiera e tra le nubi il simbolo del sogno e della cristianità, la croce.

Finiti i giri intorno alla chiesa, i cavalieri riacquistano l’uscita del sagrato e si preparano per un’altra salita in via grande. Conclusa la quale ci si reca nuovamente a casa de s’oberaju.

Il sette. La festa

Scorte. PartenzaLa mattina del sette si ripetono gli stessi rituali del vespro. Uniche differenze sono una salita in più dei cavalieri e la banda che partecipa alla processione. I tre santi, san Costantino, sant’Elena e san Silvestro sono portati in processione. Ognuno ha il suo camion riccamente addobbato con i tappeti della ricca tradizione locale e coi fiori. Mentre per la festa di settembre, i santi sono portati a spalla. Sino a qualche anno fa una caratteristica della festa era la celebrazione della messa in concomitanza con l’ardia, con un sovrapporsi di sacro e profano. In questo contesto, la stessa ardia ha un significato sacro, nella riproposizione e nel ricordo della vittoria del cristianesimo sul paganesimo. I giri intorno alla chiesa sciolgono l’uomo dal male, rappresentato dal paganesimo e lo riportano nella via del bene, rappresentato appunto dal cristianesimo. Le insegne delle bandiere, che raffigurano la croce, sono il simbolo stesso della battaglia di ponte Milvio. Questi ultimi anni, si è voluta scomporre la tradizione e celebrare ardia e messa in due momenti distinti, per permettere la fruizione della messa ai pellegrini, ma perdendo in qualche modo, non solo la trazione, ma il significato più autentico e sacrale dell’ardia.

La sera in chiesa avviene lo scambio delle bandiere, s’oberaju uscente consegna la bandiera a s’oberaju che avrà il compito di organizzare la festa l’anno successivo.

Nelle vie adiacenti il sagrato si dispongono centinaia di bancarelle, le più tipiche vendono pesce arrosto e torrone e dolciumi. Sono presenti diversi punti ristoro “sas barracas” disposte dal comitato da associazioni e comitati del paese, dentro il sagrato trovano spazio le giostre per i più piccoli.

S’oberaju

Bandiere di San CostantinoS’oberaju ha il compito di organizzare alla festa insieme al comitato, custodire le bandiere del santo e partecipare ai funerali con la bandiera listata a lutto. S’oberaju sceglie su caddu’ e puntu, colui che avrà l’onore di guidare l’ardia rappresentando il santo e, a sua volta, su caddu’e punta sceglie le sei scorte, che avranno il compito di affiancarlo durante la corsa sfrenata intorno alla chiesa ed evitare che gli altri cavalieri lo superino.

La festa si ripete con le stesse modalità il 31 di agosto e il primo di settembre, Santu Antineddu. L’unica differenza è che i santi vengono portati a spalla anziché coi camion addobbati. La festa è più intima e raccolta, non ci sono i turisti di luglio, c’è un minor numero di cavalli, di bancarelle. Probabilmente questa festa fu voluta per permettere anche a chi a luglio era impegnato nei lavori dei campi, di poter partecipare alla festa.

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